
La procura dei minori della Toscana, ha aperto un’indagine sulle chat whatsapp e telegram, e non è escluso che l’inchiesta possa aprirsi verso altri Social.
Oltre alle scene di omicidi e suicidi, che hanno trovato sul cellulare del minorenne, pare che i ragazzini si scambiassero immagini di violenze sessuali perpetrate anche su minori. ’’La chat sembrava quasi una setta e non è escluso che ci fosse un amministratore che organizzava e diffondeva i video’’.
L’operazione, chiamata «Dangerous Images» dalla polizia postale della Toscana è coordinata da Antonio Sangermano, che guida la Procura presso il tribunale dei minori di Firenze. Le ipotesi di reato per le quali si procede, in concorso, sono detenzione, divulgazione e cessione di materiale pedopornografico, detenzione di materiale e istigazione a delinquere aggravata.
Dall’analisi del telefonino di un quindicenne, è emerso un numero esorbitante di filmati e immagini pedopornografiche, anche sotto forma di stickers, scambiate e cedute dal giovane, rivelatosi l’organizzatore e il promotore dell’attività criminosa insieme ad altri minori, attraverso Whatsapp, Telegram e altre applicazioni di messaggistica istantanea e Social Network.